Tomaso Albinoni, celebre musicista barocco epigono di Vivaldi, ha origini Castionesi.
Il padre Giovanni Antonio nacque a Castione della Presolana ed emigrò nella Serenissima Repubblica attorno agli anni ’60 del sec. XVII, dove intraprese l’attività di “carter” (fabbricante e commerciante di carte da gioco).
Dal matrimonio con Lucrezia Fabris nacque l’8 giugno 1671 Tomaso che dopo gli studi giovanili di violino, canto e contrappunto divenne un apprezzato insegnante e un copioso compositore.
L’attività teatrale di Tomaso Albinoni si protrasse per quasi mezzo secolo, sino al 1740, con circa 60 opere rappresentate – oltre che nei teatri veneziani - nei maggiori teatri italiani, a Monaco e a Praga.
Tra il 1694 ed il 1722 pubblicò, tra Venezia ed Amsterdam, oltre un centinaio di brani strumentali suddivisi in Sonate da camera e da chiesa, Sonate a tre, Balletti, Sinfonie, Concerti a cinque. Di particolare rilievo sono i concerti a cinque dell’Op. VII e Op. IX in cui Albinoni pose in risalto con grande maestria l’Oboe in veste solistica: fatto questo piuttosto inconsueto nel panorama compositivo italiano dell’epoca.
Il successo europeo di Albinoni è testimoniato tra l’altro dall’attenzione che Bach dedicò a molte delle sue composizioni: le 12 sonate dell’ Op. I ispirarono infatti al grande musicista tedesco alcune importanti fughe.
Dopo una lunga e sofferta malattia, Tomaso morì il 12 gennaio 1750.
Nel sec. XX ha riscosso grande successo il cosiddetto Adagio che in realtà consiste in una ricostruzione effettuata da un suo biografo, Remo Giazotto, elaborando alcuni frammenti superstiti di una probabile sonata da chiesa.